Vai al contenuto

Le mani che applaudono sono le stesse che sgomberano, manganellano e sparano

Maggio 3, 2014

Image

E’ allibita e affranta, Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, il giovane assassinato, il 6 luglio del 2009, da quattro poliziotti a Ferrara. Gli applausi degli agenti del SAP agli assassini del giovane hanno indignato mezza Italia.

La madre coraggio di Federico dice: “Non posso capire quelle mani che applaudono degli assassini.” Ed effettivamente per chi ha una visione legalitaria e crede che le sentenze della magistratura vadano rispettate e non contestate è difficile capire come dei servitori dello stato possano andare contro una sentenza dello stato. La realtà è però molto diversa. Quelle mani che applaudivano sono le stesse mani che manganellano nelle piazze gli studenti e i lavoratori, sono le stesse mani che sparano lacrimogeni ad altezza uomo su chi manifesta, sono le stesse mani che eseguono sfratti mandando in mezzo alla strada madri con bambini, sono le stesse mani che alle volte sparano e uccidono. Sono le mani della polizia italiana. Dove non arrivano con le mani arrivano con i piedi, calpestando persone a terra, come ha fatto un agente a Roma lo scorso 12 aprile tranne poi arrampicarsi sullo specchio dicendo che aveva scambiato la manifestante per uno zainetto. Non si tratta di un cretino, come lo ha definito il capo della polizia Pansa, ma di un dirigente della polizia che sapeva benissimo quello che stava facendo.

Dalla mattanza del G8 di Genova ad oggi abbiamo assistito a moltissimi episodi di violenza da parte delle forze dell’ordine. Un qualcosa che non può essere liquidato con la sola presenza di “mele marce”. Si tratta, piuttosto, di un sistema repressivo che ubbidisce alle logiche più bieche del potere. Le classi dominanti per difendere i propri profitti, in un epoca di crisi come questa, hanno bisogno di una polizia che affronti le questioni sociali come problemi di ordine pubblico. Immigrazione, casa, ambiente e lavoro divengono temi di repressione.

Gli applausi del SAP non sono uno spiacevole incidente di percorso ma la conferma di quale clima si respiri nel paese. Quelli applausi sembrano una rivendicazione di un operato brutale che in questi anni non ha risparmiato alcuna città della penisola.

Siamo il paese d’Europa con più numero di forze armate e dove esiste un grado di impunità altissimo. Polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia stradale, polizia municipale e ancora forestale, provinciale per non parlare dei vigilantes privati. Nessun altro paese della fortezza Europa conosce una militarizzazione analoga. Tutto questo è il risultato di anni e anni di demagogiche campagne di allarmismo fomentate da pennivendoli che non sanno altro che parlare di cronaca nera o inventare deliranti emergenze. I giornalisti che enfatizzano i problemi della sicurezza sono, poi, gli stessi che omettono i fatti di violenza compiuti dagli uomini in divisa. Esiste un connubio tra questure e redazioni per saldare assieme repressione e criminalizzazione o per dirla con altre parole per legittimare gli abusi delle forze dell’ordine.

Troppi sono i giovani, negli ultimi anni, uccisi dalle forze di polizia o morti nelle carceri italiane in circostanze misteriose. Ultimo in ordine cronologico è il drammatico fatto avvenuto ad un quarantenne fiorentino. Riccardo Margherini morto nella notte tra il 2 e il 3 marzo a Firenze è stato preso a calci dai carabinieri che l’hanno immobilizzato, ammanettato e picchiato mentre lui chiedeva aiuto. Pensavano di averla fatta franca ma alcune persone, con telefonini, hanno filmato l’agghiacciante episodio. Ad essere indagati sono in nove tra sanitari e carabinieri. A Firenze non è la prima volta che i carabinieri usano metodi aggressivi. E’ accaduto recentemente in zona Legnaia contro una donna a cui hanno fatto un’irruzione irruenta in casa per sottrarle la figlia.

Purtroppo le sedicenti democrazie sotto la maschera delle libertà nascondono il volto della dittatura del capitale. Se sei un tossicodipendente o un alcolista; se soffri di depressione o se sei immigrato; se hai gusti diversi dalla consuetudine o peggio ancora se dissenti politicamente puoi divenire facile bersaglio dei tutori dell’ordine che hanno l’impossibile compito di normalizzare quello che normale non è e mai potrà essere: questo folle sistema economico e sociale.

Non ci meravigliamo quindi di quelle mani che applaudono che sono le stesse mani che hanno compiuto e compiranno altri misfatti.

 

From → Uncategorized

Lascia un commento

Lascia un commento